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Recensione

L’ambizioso preside (De Sica, in cerca di nuovi lidi) di una premiata scuola media di San Quirico, Toscana, desideroso di distinguersi una volta di più, entra in contatto con un collega (un ritrovato e un po’ scialacquato Arena) di Acerra, Campania, bisognoso al contrario di servizi primari, del tutto assenti nelle aule dell’edificio che dirige.

Il problema è che il primo, a causa di un disguido (ortografico) causato da un rozzo bidello (noiosetto il ruolo di Rignanese), è convinto di avere a che fare con un istituto ghanese, ad Accra.

Si organizza il gemellaggio, gli irrequieti bambini meridionali vanno a fare la conoscenza dei loro compagni “etruschi”, l’equivoco (per fortuna!) è presto chiarito, ma, per questioni di opportunismo, non rivelato al politico di turno (Pantani, di solito imitatore).

Spiace constatare che non c’è molto di più nella commedia di Miniero, che alla quarta regia in proprio insiste sul contrasto nord/sud in maniera sempre meno originale.

Anzi, sembra che, oltre alla spontanea simpatia, non sia disposto a riconoscere altre qualità alle sue radici napoletane, poiché la classe partenopea di chiassosi svogliati è smaccatamente opposta a quella degli studiosi “perfettini” del senese.

Insomma, si direbbe che lo script non sia che un pretesto per far divertire i ragazzini del cast e piazzare giusto qualche gag telefonata.

E tacciamo degli svarioni di messinscena. Uno spreco, perché gli attori ci mettono del professionismo, e qui includiamo lo scostante Papaleo, la bella Leone e la scatenata Finocchiaro.

Max Marmotta