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Trama

Giunta a Londra con il suo bambino Artiom, la russa Tanya viene bloccata alla dogana; per evitare complicazioni, si professa rifugiata politica.

È in cerca di Mark, conosciuto a Mosca e prodigo di promesse, ma non riesce a trovarlo, poiché quando lo chiama risponde una segreteria telefonica.

La polizia sistema madre e figlio in un lugubre palazzone di Stonehaven, dove i due conoscono Alfie, altruista e disponibile nonostante i precedenti penali per rissa, che di giorno si occupa di una sala giochi e di sera estrae i numeri al bingo.

In bolletta e costretta a fermarsi a lungo, Tanya non sa se cedere alla proposta del viscido proprietario di un sito internet per adulti.

Recensione

Una tranche de vie con poche spiegazioni (ed è un merito), contenuta in un film breve e diretto che non desta particolare stupore ma rifugge dalle soluzioni più scontate.

Il progressivo avvicinamento di Tanya alle lusinghe del facile guadagno corrisponde ad una possibile discesa agli inferi, con conseguenze negative sia su Artiom, che non comprendendo si spinge alla deriva, che sul gentile Alfie, al quale lo spettatore guarda con sospetto per volere del capace regista Pawlikowski, che ha mantenuto molti dialoghi in russo.

Tutto imperniato sui consistenti personaggi, dunque, con risultati da elogiare anche grazie agli attori, soprattutto la bella Dina Korzun (una variante in meglio di Emily Watson) e il premuroso Paddy Considine, che sembra l’incrocio tra Tom Hulce e Stephen Rea.

Max Marmotta