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Trama

Medico impiegato presso un importante istituto ginevrino, amato dagli amici (come Luc e Cécile, che frequenta spesso) e dai familiari (i genitori, la moglie Christine, i figlioletti Alice e Vincent, i suoceri), nonché da Marianne, compagna di Rémi, con la quale ha avviato una relazione adulterina, Jean-Marc Faure conduce un’esistenza tranquilla e per certi versi invidiabile.

O almeno così sembra. Infatti, Jean-Marc sta fingendo abilmente da oltre un quindicennio di avere un lavoro e si sostenta grazie alle somme che i suoi cari gli affidano per aprire conti bancari inesistenti.

Ogni mattina esce di casa e girovaga in macchina, legge il giornale, assiste a congressi. Ma con il trascorrere del tempo il suo segreto rischia di venire a galla. La vergogna sarebbe insostenibile… .

Recensione

Il manifesto ci racconta subito come è andata a finire, del resto si tratta di un autentico fatto di cronaca (al quale si era già ispirato, un anno prima, il valido A tempo pieno, che però si concludeva diversamente) messo nero su bianco dallo scrittore Emmanuel Carrère.

Ma sicuramente per chi non conosce la vicenda di Jean-Claude Romand (è il suo vero nome) e si lascia portare per mano da Nicole Garcia (ormai più regista che attrice) nei meandri della sua mente e attraverso la lenta e ineluttabile ricostruzione dell’accaduto, la visione del film risulta un’esperienza ancor più sconvolgente, penetrante, inquietante.

Rifuggendo da qualsiasi espediente da slasher movie, l’autrice, con stile essenziale e senza bisogno di spiegazioni approfondite, fa comprendere allo spettatore le motivazioni del protagonista, “avversario” di se stesso, mostrando la sua esistenza da parassita vigliacco e il suo timore di deludere chi gli stava accanto, causa di un gesto lucido e probabilmente imprescindibile (per la sua psiche).

Il misuratissimo Daniel Auteuil ha rischiato seriamente di vincere il premio per la migliore interpretazione maschile a Cannes 2002.

Max Marmotta