
Le biciclette di Pechino
- Xiaoshuai Wang
- Bin Li, Lin Cui, Xun Zhou, Yuanyuan Gao
- Drammatico
- Cina, Francia, Taiwan
- 17 February 2001
Trama
Trasferitosi dalla campagna alla città in cerca di fortuna, Guo si fa assumere come pony express da una rinomata società che gli mette a disposizione una bicicletta, che diventerà sua dopo un certo numero di consegne.
Poco prima di conseguire tale obiettivo, il velocipede gli viene rubato. Licenziato, il ragazzo si mette ostinatamente a cercarlo, finché non si imbatte in quello del coetaneo Jian, uno studente che ha più o meno la sua stessa età.
Recensione
Appartenente alla cosiddetta Sesta Generazione, osteggiato dal suo governo (ma non in Europa, dato che a Berlino ha vinto il Gran Premio della Giuria), il regista Xiaoshuai Wang prende dichiaratamente a pretesto il capofila del Neorealismo Ladri di biciclette per descrivere la Cina popolare, dove parecchio è cambiato (si notino i palazzi in costruzione) ma molto resta da fare.
La bici, considerata nell’immaginario collettivo occidentale semplicemente il mezzo preferito con cui spostarsi, può rivelarsi ancora un lusso, lo strumento per sostentarsi (per Guo) o uno status-symbol per equipararsi agli amici e l’unico motivo per attrarre una fanciulla (nell’ottica da rivedere di Jian, solo un po’ più abbiente).
Si incontra qualche incongruenza (benché il fatto che la spedizione punitiva si ricordi dell’impiego mai nominato del troppo ingenuo Guo potrebbe essere una svista di doppiaggio) e si disperde qualche personaggio (il padre di Jian meritava qualche altra scena), ma la crudeltà, più che altro simbolica, alla quale non si può che reagire con rabbia, rende l’idea di quanto sia difficile, e importante, sopravvivere con dignità.
A livello universale, naturalmente.