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Recensione

La simpatica saga animata in digitale de L’era glaciale, introdotta com’è ovvio dal disastroso scoiattolo Scrat, giunge al suo terzo e più divertente e più equilibrato e più riuscito episodio, distribuito anche in spettacolare versione 3D.

Essa, per l’appunto, s’impreziosisce soprattutto di due segmenti: quello in cui l’ingenuo e petulante bradipo Sid cerca di salvare in perigliosa scivolata le tre enormi uova in cui si è imbattuto e che, è convinto, lo guariranno dalla solitudine e quello della gigantesca pianta carnivora che sta per digerire il mammut Manny, in apprensiva attesa che la sua compagna Ellie partorisca, e la tigre zannuta Diego, cosciente che la sua agilità sta venendo meno a causa dell’incedente vecchiaia, salvati in extremis dall’esagitato furetto Buck, che fa loro da guida (ci sono pure i petulanti opossum Eddie e Crash) in mezzo a una natura sotterranea splendida quanto insidiosa.

In ogni serie di successo che si rispetti, effettivamente, è buona norma inserire personaggi inediti che poi, a seconda dell’indice di gradimento, possono essere riproposti in film successivi (inutile illudersi che ci si fermi alla trilogia), e la suddetta new entry, scavezzacollo ai limiti dell’esaurimento nervoso con la vocazione dell’esploratore, è davvero uno spasso, oltre a costituire un raccordo con la migliore tradizione del cinema d’avventura (con morale).

Determinante, come in precedenza, l’apporto dei doppiatori italiani Leo Gullotta, Claudio Bisio, Pino Insegno e Roberta Lanfranchi che sostituiscono nuovamente gli originali Ray Romano, John Leguizamo, Denis Leary e Queen Latifah (tanto per limitarsi ai caratteri principali).

Per chi ama le curiosità: i vagiti dei vivaci cuccioli di dinosauro (se non si era ancora capito cosa sarebbe venuto fuori dai gusci trafugati da Sid) sono del riconfermato regista Saldanha.

Max Marmotta