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Trama

Valerio è un giovane alto e ingenuo che fa il cuoco. Un giorno s’imbatte nel tassidermista Peppino Profeta, il quale, dopo una chiacchierata ed un invito nel suo laboratorio, gli propone di lavorare con lui.

Il ragazzo apprende così le tecniche dell’imbalsamazione, ma per via del suo nuovo mestiere e soprattutto dei divertimenti sregolati propostigli da Peppino, caratterizzato dalla bassissima statura, entra in crisi con la sua fidanzata, che oltretutto lo mette in guardia dalle frequentazioni poco raccomandabili del suo datore di lavoro.

Durante una misteriosa trasferta a Cremona, Valerio conosce Deborah, impiegata presso una grande officina, e se ne innamora.

Dopo qualche altra scorribanda della neo-coppia con il possessivo Peppino, gli equilibri si incrinano.

Recensione

Forte di prove “veriste” quali Terra di mezzo, Ospiti ed Estate romana, Matteo Garrone si cimenta adesso con un film soppesato con il bilancino, nel quale la tensione e il malanimo sottesi dal personaggio di Profeta (un incredibile, e simile a Joe Pesci, Ernesto Mahieux, sicuramente in predicato per futuri premi) crescono impercettibilmente ma costantemente, grazie pure alla scelta delle fosche luci d’ambientazione da parte del fido direttore della fotografia Marco Onorato, prodigo di grandangoli e filtri.

In tale riuscito contesto, dove non vanno dimenticati gli ottimi dialoghi smozzicati, recitati con naturalezza dagli attori (in questo si riscatta l’esitante e menzognero Manzillo), l’intenzione più felice rimane probabilmente l’accostamento bizzarro, quasi da cartone animato e perciò più efficace tra due personaggi fisicamente opposti, addirittura snervanti nei loro comportamenti, in un rapporto che diventa sempre più ambiguo e che lascia qualche stimolante interrogativo.

Persino il finale, malgrado conservi un’invidiabile compiutezza, mantiene quasi burlescamente ulteriori possibili interpretazioni (onore allo script del regista, dell’amico Gaudioso de Il caricatore e dell’esperto Chiti).

Come se le sorprese non fossero abbastanza, il cupo commento musicale è opera della Banda Osiris (anch’essa già collaboratrice di Garrone), validamente specializzata in partiture più spensierate.

Max Marmotta