Video & Photo

1 videos

Trama

Ernesto Picciafuoco fa il pittore e si sta occupando delle illustrazioni di un libro per bambini; il rapporto con sua moglie Irene sembra ormai definitivamente incrinato, ma ciò non significa che l’uomo non straveda per il figlioletto Leonardo.

La visita di un sacerdote lo sconvolge: costui gli comunica che è in atto la canonizzazione di sua madre, uccisa anni addietro dallo squilibrato Egidio, uno dei suoi fratelli.

Il resto della famiglia, compreso l’amico perso di vista Filippo Argenti, spinge l’ateo Ernesto, già perplesso per il fatto che Leonardo voglia seguire la scolastica ora di religione settimanale, a contribuire a tale processo.

Come se non bastasse, il nostalgico della monarchia Bulla lo sfida a duello perché offeso da un sorriso sbeffeggiante e nella sua vita entra la bella Diana.

Recensione

Come già annunciato da La balia, Marco Bellocchio si conferma autore ritrovato: quest’opera, complessa e completa (malgrado lo stile volutamente allegorico), acuta e accostabile all’antico Nel nome del padre (1968), riprende, rimanendo nell’ambito della sua filmografia, il clima filo-grottesco di Salto nel vuoto.

Infatti, anche qui la pazzia riveste un ruolo determinante, evidenziando l’ipocrisia di certi atteggiamenti cattolici nella propensione a trasformare in business persino la santificazione.

Ma questo non è che l’aspetto più evidente di un film possente, ricco di stimoli, al centro di molte polemiche per una bestemmia pronunciata in guisa di grido di dolore (non è una provocazione): Ernesto (un inarrivabile Castellitto), circondato dagli interessati fratelli (con i quali ha in comune solo l’iniziale), lotta quasi senza volerlo per la libertà di scelta, sua e di suo figlio, e solo l’incontro con la presunta insegnante Diana, opportunamente bella, lo riconduce non verso la religione (imposta), ma verso un possibile, personale sentimento religioso, nel quale alberga un’onesta morale.

Bellocchio, che compare fra i seguaci di Bulla, è stato lungamente indeciso tra due titoli: Il sorriso di mia madre, pur senza sparire del tutto, ha ceduto il passo.

Max Marmotta