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Trama

Otto persone si incontrano due volte alla settimana per la terapia di gruppo: Galeazzo detto Gegè, afflitto da un padre autoritario che non lo ritiene all’altezza di gestire l’antica azienda di famiglia; Flavia, insegnante continuamente raggirata dall’amante, un uomo sposato; Ernesto, abbandonato dalla moglie ed incapace di reagire (e di dormire); Marco, trentenne introverso nonostante un’invidiabile indipendenza; Chiara, studentessa bulimica assillata dal professore (anch’egli coniugato) con cui ha avuto una storia; Gabriella, cinquantenne appariscente all’inesausta ricerca di avventure; Luca, omosessuale il cui compagno, tanto per cambiare, non vuole lasciare la consorte; Alfredo, orchestrale obeso che vive ancora con la madre.

Quando l’ottuagenaria dottoressa Lojacono, che li ha in cura, muore, i pazienti, disorientati, per un po’ cercano un altro psicanalista.

Ogni tentativo fallisce, perciò si profila un’unica soluzione: la seduta autogestita.

Recensione

Per il suo ritorno a tre anni dalla pellicola precedente (C’era un cinese in coma), Verdone elabora un incrocio tra Compagni di scuola (per la coralità della trama) e Maledetto il giorno che t’ho incontrato (per il tema della nevrosi e per la presenza della Buy).

Il risultato, per quanto inferiore a quelli di entrambe le pellicole, è comunque apprezzabile, soprattutto se si pensa alle ultime opere del regista: si riscontra una buona direzione d’attori (con un approccio a volte diverso dagli standard dell’autore) e gli egocentrici personaggi sono costruiti con attenzione e discreta coerenza.

I risvolti drammatici aggiungono amarezza ad un epilogo solo parzialmente riconciliante, com’è giusto che sia.

Tuttavia, bisogna anche registrare che alcune battute e situazioni “scorrette” a volte stonano, che ci sono particolari in sospeso (qual è il mestiere di Ernesto/Antonio Catania?) e che ci s’imbatte in qualche scena –ohi ohi– da fiction.

Ma il simpatico cineasta romano, che qui non si “mangia” il film, è comunque pronto a restare dietro la macchina da presa rinunciando a recitare, come medita di fare ormai da tempo.

Luciano Gubinelli (Alfredo) era il protagonista del videoclip (realizzato dallo stesso Verdone) di “Mi piaci” di Alex Britti.

Max Marmotta