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Trama

Claire Cancelier si è affermata in campo farmaceutico. Passa qualche giorno lontano da marito e figli per partecipare ad un congresso. Durante il ricevimento, conosce un gruppo di bizzarri attori, Pierre, Alice e Karim, specializzati nell’improvvisazione.

Per un equivoco, la mattina della partenza la donna perde il pullman e accetta un loro passaggio per la stazione di Lione (per proseguire per Tolosa).

Un’ulteriore contrattempo la costringe a non prendere il treno e a raggiungere la compagnia in occasione della sua nuova esibizione, ad un matrimonio.

In breve, simpatizza con lo scontento Pierre e trascorre del tempo con lui, apprendendo il suo modus vivendi.

Recensione

Parte come una commedia romantica perfettamente ritmata, con tutti i personaggi al loro posto, per poi soffermarsi su qualche riflessione esistenziale della protagonista e diventare, conseguentemente, più astratta, nel nome dell’imprevedibilità (svolta di cui risente un po’ l’indice di gradimento).

E non poteva essere altrimenti, dato che in pratica il film non è altro che un elogio dell’improvvisazione come unico mezzo per sottrarsi al tran-tran quotidiano e alla fossilizzazione del rapporto di coppia; in quest’ottica, l’idea del tradimento (di Claire ma pure di Pierre, in duplice forma) non diminuisce di gravità, però assume anch’esso, perlopiù, un significato di fuga, di paura degli schemi.

Ma non è tutto: c’è un’ulteriore chiave di lettura, meno evidente in quanto di per sé non fondamentale, riguardante l’intera costruzione della storia, che rende la pellicola, curata nei dettagli “interiori”, più preziosa e profonda di quanto non sembri ad una visione distratta.

Gli sceneggiatori Sinniger e Courcol partecipano in piccoli ruoli.

Max Marmotta