
Matrix Reloaded
- Lana Wachowski, Lilly Wachowski
- Carrie-Anne Moss, Hugo Weaving, Keanu Reeves, Laurence Fishburne
- Amazon Prime, Avventura, Azione, Cult Movie, Fantascienza, Thriller
- Australia, Stati Uniti
- 15 May 2003
Trama
In un futuro remoto la Terra sarà dominata dal potente computer Matrix, il quale sfrutterà a fini energetici l’umanità intera, posta in uno stato di sonno perenne.
Neo, liberato da Morpheus, uno dei capi della resistenza, viene indicato da un’antica profezia come colui che restituirà la libertà agli uomini.
Ora Zion, il loro unico centro urbano sito nelle profondità del pianeta, rischia un attacco da parte di centinaia di migliaia di sentinelle.
Neo, contattato dall’Oracolo, un programma interno e ribelle a Matrix, cerca, con l’aiuto dell’amata Trinity, di accedere al main frame del sistema e fermare l’assalto.
Ma il Merovingio, altro software reietto e indistruttibile, custodisce gelosamente il fabbricante di chiavi d’accesso, senza immaginare che sua moglie Persephone sia pronta a tradirlo.
Frattanto il prescelto deve vedersela con una sua vecchia conoscenza, l’ex-agente Smith, ormai capace di clonarsi all’infinito.
Recensione
A quattro anni dalla scommessa vinta insieme al produttore Joel Silver, i fratelli Wachowski reinvestono sul loro universo colmo di citazioni, con un’operazione tecnico-commerciale a cui il pubblico è avvezzo dai tempi di Zemeckis coi suoi Ritorno al futuro parte II e parte III.
Confermati tutti gli interpreti, il bravo Bill Pope alla fotografia e l’ormai notissimo Yuen Woo-Ping alle coreografie dei combattimenti, il film punta ancora una volta su una spettacolarità ultradigitale e su un notevole dinamismo (talvolta gratuito), riconducibili ai manga, agli anime e proprio al cinema di Hong Kong, nonché su un asse narrativo che saccheggia la fantascienza americana doc (ora fa pure capolino Guerre stellari), mista con eleganza alla new age, ai videoclip, alla letteratura cyberpunk e persino alla mitologia classica.
Ma ciò che stavolta non funziona è la scelta di assegnare alle sequenze d’azione –oltremodo dilatate– il ruolo di fine e non mezzo di una trama arricchitasi di personaggi, ma purtroppo pure di contenuti inediti banali, incluso il momentaneo declassamento dell’eroe da incarnazione della profezia a normalissima e prevedibile anomalia di qualsiasi sistema.
La storia del cinema ci insegna comunque che il secondo capitolo di una trilogia è sempre il più debole, forse proprio per la sua posizione di collante cronologico tra prologo ed epilogo.
Anche se ci toccherà aspettare qualche mese per stabilire con certezza quanto siano necessari due seguiti, invece magari di uno solo.