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Trama

Mentre Neo, in coma, si trova confinato in una zona-limbo del sistema Matrix, controllata dall’Uomo del Treno, un servo del Merovingio, la città di Zion si prepara all’attacco di centinaia di migliaia di “seppie”, pericolose sentinelle robot.

Parte della popolazione viene evacuata e parte, come le coraggiose Zee e Kid, resta a combattere agli ordini del generale Lock.

All’avvicinarsi dell’ora X, tutti i ribelli in perlustrazione cominciano a rientrare alla base, ma il Prescelto, destato da un intervento dell’amata Trinity, ottiene in prestito la nave della comandante Niobe e tenta un’impresa impossibile.

Raggiungerà l’inaccessibile Città delle Macchine per fermare definitivamente la guerra e il nemico di sempre, l’agente Smith.

Recensione

Chi si aspettava la chiusura del progetto firmato Wachowski, rimarrà deluso dall’epilogo di Matrix Revolutions, il quale promette un quarto atto o (rabbrividiamo) un’altra serie.

Tutte le impressioni negative scaturite da Matrix Reloaded trovano infatti tragica conferma nel terzo capitolo.

La confezione, ultradigitale e costosissima, e l’ispirazione, dall’arcaico alla new age, si materializzano ancora una volta in un film eccessivamente dilatato rispetto ai contenuti –degni di una soap opera–, orfano dei personaggi principali e oltremodo impoverito dall’ormai scarsa originalità dei combattimenti.

Se quindi il primo Matrix è stata la pellicola finora migliore, appare comunque evidente che le altre due parti, se accorpate e doverosamente tagliate, costituiscano un dignitoso sequel.

Ma è altrettanto chiaro che il produttore Silver e la coppia di registi preferiscono sottovalutare il pubblico, concretizzando le idee solo in pompati effetti visivi e dialoghi a base di supercazzole esistenziali.

Sax Marmotta