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Trama

Boston, Massachusetts. Gli amici d’infanzia Jimmy Markum, Dave Boyle e Sean Devine si ritrovano insieme dopo venticinque anni in occasione di un drammatico evento.

La diciannovenne Katie Markum è stata brutalmente assassinata. Il dolore si trasforma presto in desiderio di vendetta per il padre il quale, ex-galeotto e capobanda, si affida ai fratelli Savage, vecchi soci d’affari, per stanare il colpevole.

Sean, detective della polizia di stato affiancato nelle indagini da Whitey Powers, mette sotto torchio alcuni indiziati, tra cui il fidanzato segreto della ragazza Brendan.

Ma è proprio Dave a destare i maggiori sospetti. La notte dell’omicidio è infatti rientrato a casa sporco di sangue, dando spiegazioni poco esaurienti alla moglie Celeste.

Recensione

È opinione unanime che la ventiquattresima regia di Clint Eastwood (presente anche in veste di produttore e compositore) sia la migliore dopo Gli spietati.

Tratto da un romanzo di Dennis Lehane, trasposto dal collaudato Brian Helgeland (L.A. Confidential), il film reca in effetti gli elementi classici delle sue prove più importanti, soprattutto del pluripremiato western.

Il tono è proprio quello della tragedia tinta di giallo, dove il passato ritorna sempre come un’ossessione e ha nella sua sorte solo il sangue, allo stesso modo dei sospetti scatenati dalle debolezze.

E la forza della storia risiede appunto nell’ambiguità che avvolge ogni personaggio, a suo modo comunque colpevole e destinato a un perdono unicamente familiare.

Difetti? Se vogliamo essere puntigliosi li possiamo riscontrare in pochi momenti eccessivamente carichi di enfasi e in una direzione troppo concentrata –se escludiamo l’epilogo da antologia– sui tre splendidi protagonisti Penn (Jimmy), Robbins (Dave) e Bacon (Sean).

Ma, per fortuna, gli altri interpreti non perdono solidità e l’amico Eli Wallach trova spazio per un cameo significativo, che suona principalmente come un monito per il pubblico immemore del grande cinema americano di una volta.

Mystic River dimostra come certi apici si possano ancora toccare.

Sax Marmotta