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Trama

Il criminologo-poliziotto Alex Cross, provato dalla morte di una collega durante un’operazione da lui guidata, si ritira dall’attività.

Gary Soneji, autore del rapimento della piccola Megan Rose figlia di un senatore, lo contatta per coinvolgerlo nelle indagini certo di avere a che fare con un degno avversario.

Cross, affiancato da Ollie McArthur dell’FBI e Jezzie Flannigan, agente dei Servizi Segreti responsabile della sicurezza di Megan a scuola, comprende che le intenzioni di Soneji vanno ben oltre una semplice richiesta di riscatto.

Recensione

Un po’ Nel centro del mirino, un po’ Die Hard – Duri a morire, Nella morsa del ragno prova a distaccarsi (senza successo) dai film hollywoodiani sui serial killer.

Lee Tamahori si conferma un regista di mestiere (perfetto per il prossimo capitolo di James Bond), incapace di dare il minimo tocco personale a un’opera già resa sterile dalla latitante sceneggiatura e del tutto indifferente al grande impegno di Morgan Freeman (per la seconda volta nel ruolo di Alex Cross e anche produttore esecutivo).

Del precedente Il collezionista, che ne esce comunque rivalutato, si conservano l’autore del romanzo, l’agente Kyle Craig (apparizione di un minuto per Jay O. Sanders) e la schematica caratterizzazione dei comprimari, che aiuta lo spettatore ad arrivare al clou della vicenda in largo anticipo.

Il trailer lascia intuire sviluppi che sono in realtà del tutto assenti.

Sax Marmotta