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Trama

Ipnotizzato dagli spot televisivi di casa nostra, Ahmed, pastore del desolato Armengistan, sbarca da clandestino in Puglia, sul Gargano, munito del suo inseparabile ed enorme ombrello, della sua capra e di una valigetta che gli scafisti gli hanno raccomandato di consegnare al losco Zicarico.

Costui, che gira di continuo con il degno compare Eraclio, manca l’appuntamento e si mette in caccia di ciò che gli spetta.

Il candido Ahmed, nel frattempo, con il suo italiano “pubblicitario” approda in un villaggio vacanze, dove impera una grande (e finta) allegria.

Investito dalla minorenne Vale, che imparerà ad ammirare la sua spontanea saggezza, fa la conoscenza del cupido Umberto Virgili, proprietario della struttura determinato a superare la crisi attraverso la promozione della sua nuova iniziativa, la Sun Card.

Recensione

Sembrerebbe il lato scanzonato de Lamerica, ma la sceneggiatura (ricavata da un soggetto che il regista ha scritto con Paolo Virzì, e qua e là si nota) è troppo sfilacciata; e poi le molteplici tragedie, anche recentissime, legate all’emigrazione clandestina non invitano particolarmente al buonumore.

Greco, che aveva anche un’inspiegabile voglia di citare Morte a Venezia, sottoutilizza splendidi caratteristi come Battiston e De Francesco (comunque autoironici nei panni della coppia di delinquenti) o Riccardo Rossi (si vede per un attimo all’inizio nei panni di un presentatore tv) e dissipa i buoni spunti che offriva l’ambientazione in un luogo vacanziero come tanti che non riesce a distrarre i suoi ospiti –se non in maniera superficiale– dalle preoccupazioni quotidiane e che potrebbe allegoricamente rappresentare l’Italia tutta.

Ahmed (Ugurlu) è tagliato per la parte e attraversa con il piglio lunare di un Nichetti questo film un po’ invertebrato.

O forse si tratta solo di un quasi capolavoro naïf: dipende dai punti di vista.

Max Marmotta