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Recensione

L’operazione è palesemente intrisa di scaltrezza: prendere musiche, atmosfere e voghe degli anni Ottanta (il tratto finale) e cucirle all’interno di una storia il più gradevole possibile nella quale possano riconoscersi coloro che a quell’epoca erano studenti ancora pieni di sogni e bisognosi di spensieratezza (in altre parole: gli attuali trentenni, significativa fetta di pubblico cinematografico odierno).

Naturalmente, il revival andava affidato in sede di sceneggiatura ad un team di ragazzi di allora, perciò se ne sono occupati i solitamente poco raccomandabili Fausto Brizzi (che esordisce pure dietro la cinepresa) e Marco Martani, co-autori di parecchie sconclusionate commediacce natalizie recenti, e lo zelante Massimiliano Bruno (tanto teatro underground e molta tv notturna).

Considerate le premesse non necessariamente simpatiche, il risultato possiede garbo, ritmo e, nella sua smaccata ma non così invadente ruffianeria, non si dimentica di strizzare l’occhio anche ad altre generazioni attraverso una composita galleria di personaggi piuttosto umani.

Certo, non tutti gli alunni di quei tempi avevano la stessa familiarità dei protagonisti con il sesso, ma ciò che conta è che in questo gruppo di maturandi, tra una cotta e un ripasso, una dichiarazione di odio al professore (Faletti, un po’ monocorde ma azzeccato) e una fuga dalle proprie responsabilità, ci si riesca (affettuosamente) a riconoscere, e si riconoscano il proprio compagno di banco, l’anelata fidanzatina e lo sfigato secchione.

Come se non bastasse, i subdoli responsabili di questo piacevolissimo intrattenimento, già meritevoli della composizione del cast giovanile, disseminano volti più noti un ventennio fa di oggi, come Daniela Poggi, Eleonora Brigliadori o Riccardo Pianiggi in arte Ric.

E perfino il cameo di Enzo Salvi è, per una volta, divertente.

Max Marmotta