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Trama

Undici episodi in cui imperano caffè e sigarette. Strano incontrarsi: un buffo appuntamento tra due sconosciuti, in cui si parla di ghiaccioli e dentisti.

Gemelli: un cameriere impiccione racconta le sue teorie su Elvis a un paio di seccati clienti. Da qualche parte in California: conversazione surreale tra due cantanti diversi tra loro. Queste ti uccideranno: una coppia di amici di vecchia data si scontra sui nocumenti della nicotina. Renée: una sofisticata ragazza sfoglia una rivista di armi. Nessun problema: dietro un inatteso incontro c’è sicuramente qualcosa, o almeno così pensa uno dei due avventori.

Cugine: una raffinata attrice alle prese con la visita di una sciatta parente. Jack mostra a Meg la sua bobina di Tesla: spiegazione, con dimostrazione fallimentare, di un’ingombrante invenzione.

Cugini?: un caratterista comunica orgogliosamente ad un disinteressato collega inglese che sono consanguinei.

Delirio: due rapper scoprono che a servire ai tavoli è un divo, esaurito e caffeinomane. Champagne: due anziani provano ad immaginare musica ed alcool.

Recensione

Al 1986 (quando non c’erano i cellulari), sull’onda di Daunbailò, risale il primo episodio, già nonsense, con Benigni e Wright (che l’italiana Academy abbinò, sottotitolato, a Reinette e Mirabelle; a proposito, il doppiaggio era proprio necessario?).

Quindi, toccò al secondo, nel 1989, con i fratelli di Spike Lee e un logorroico Buscemi che a tutt’oggi rimane l’unico, fra tutti gli interpreti dei vari cortometraggi, a non incarnare se stesso.

Nel 1993 fu la volta del terzo capitolo (quasi il migliore), con gli irresistibili Waits e Pop (che ora canta “Louie Louie” sui titoli di coda).

Evidentemente Jarmusch aveva ancora voglia di chiacchiere da caffè e tabacco (venate di follia) in bianco e nero, e in anni recenti, sempre con i “suoi” attori, ha creato altri otto incontri ancora puntigliosamente accomunati da tavoli (o tovaglie, o tazze) a scacchi, consumati in bar, ristoranti, hotel, galere.

Se Renée, Nessun problema e quello con i White Stripes sembrano un po’ ornamentali, Delirio (con un grande Murray) è divertente, e Queste ti uccideranno e Champagne malinconici.

Gli apici sono però Cugine e Cugini?: l’uno con una strepitosa Blanchett in doppio ruolo, l’altro (nel quale si beve tè!) con Molina e Coogan a ironizzare sull’ipocrisia della società dello spettacolo.

Una sorta di colta (per riferimenti) appendice alle opere di Wang, Smoke e Blue in the Face (nel quale recitava il regista), con pagine surrealmente legate tra loro (i ghiaccioli, le telecamere della Formula 1, Tesla…).

Max Marmotta