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Trama

Sheffield, 1995. Tempi di privatizzazione, le cui conseguenze ricadono su un gruppo di operai addetti alla manutenzione ferroviaria.

Prima la loro compagnia cambia nome, poi vengono prese decisioni in assenza del rappresentante sindacale, quindi cominciano i temuti tagli al personale.

I lavoratori si accorgono che il posto fisso non è più una certezza, e alcuni fra i più anziani si vedono costretti ad accettare scivoli e indennizzi di esubero.

C’è chi si mette in proprio e chi prova a resistere, come Mick, che ospita il collega Paul, cacciato dalla moglie, Jimmy e John.

Recensione

Concepito inizialmente per la tv, il film non ha convinto tutti al festival di Venezia. Secondo qualcuno, l’arrabbiato Loach avrebbe perso lo smalto, rifugiandosi in storie sempre uguali. In realtà, questa sua ultima fatica –che segue molte vicende in parallelo– ha diversi meriti, non ultimo quello di mantenere un registro ironico per quasi tutta la sua durata, con il dramma sempre in agguato.

I rovesci della new economy, in auge appunto dalla metà dei ’90, sono pertanto evidenziati, grazie anche alla sceneggiatura del vero ferroviere Rob Dawner, morto di cancro ai polmoni (a causa dell’amianto) subito dopo la fine delle riprese.

Navigators (titolo originale) è il nome che si dava a coloro che installavano binari nell’Ottocento.

Due gli elementi in comune con Full Monty: la città di ambientazione e la presenza di Steve Huison (Jimmy).

Max Marmotta