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Trama

Martha, Pauline, Paulette e Cécile sono quattro attempate sorelle belghe. La prima si occupa pazientemente della seconda, ritardata mentale, che prova un’irresistibile attrazione per il negozio di tessuti e profumi della terza; a parte l’ultima, che sta a Bruxelles, risiedono in un piccolo centro.

Quando Martha muore, la lettura del suo testamento riserva una sorpresa: i suoi averi verranno equamente ripartiti fra le sue tre parenti più prossime, a patto che una tra Paulette e Cécile badi a Pauline.

Recensione

Colorata grazie a scenografia e fotografia (soprattutto per quanto riguarda la casa e il negozio di Paulette), la pellicola sfuma le sue venature drammatico-malinconiche con leggerezza.

E se sembra durare di più della sua ora e venti scarsa, è per l’attenta scelta di tempi, inquadrature e silenzi.

Tutt’al più, sussiste qualche particolare opinabile, come le reazioni di Cécile e del suo scontroso compagno Albert dopo il trasferimento indesiderato di Pauline nel loro appartamento; ma è pur vero che la descrizione dei caratteri, improntata sul non detto, è artigianalmente congegnata, in modo da non dare niente per scontato.

La fine, al contrario, non è inimmaginabile (anzi, rafforza l’idea che c’era materiale per un cortometraggio), eppure corona un percorso, già ampiamente battuto però riproposto correttamente (tutti i riciclatori di temi dovrebbero esserne capaci!), che rivendica senza lagne il decoro di anziani e portatori di handicap (e Pauline è entrambe le cose).

Di estrema bravura le interpreti, con preferenza per le due del titolo: la sensibile Dora van der Groen e la pragmatica Ann Petersen.

Al film è abbinato un pregevole short, Non dire gatto, diretto dall’attore Giorgio Tirabassi con un misto di tenerezza e amarezza.

Max Marmotta