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Recensione

Eddie Murphy, commediante di raro talento letteralmente esploso all’inizio degli anni Ottanta, dopo aver partecipato al mitico Saturday Night Live, con i suoi caratteri chiacchieroni e inclini alla battuta sconcia (vedi 48 ore, Beverly Hills Cop o Una poltrona per due), è ormai piuttosto concio al film per famiglie, dove le eventuali volgarità sono sapientemente nascoste da trame, gags e situazioni che di certo faranno sbellicare dalle risa i più piccini.

E siccome, quasi al pari del collega Adam Sandler, gode dei servigi di alcuni registi di fiducia (Steve Carr, Betty Thomas), eccolo tornare a lavorare con Brian Robbins (dopo Norbit e prima del potenzialmente più interessante A Thousand Words) in questa storia para-fantascientifica in cui interpreta un micro-alieno (venuto da Gnende) a capo del dubbioso equipaggio di un’astronave con le sue fattezze, piombata sulla Terra al seguito di un prezioso sassetto la cui funzione è prosciugare tutta l’acqua del pianeta.

Un adeguato sviluppo del plot, con la conoscenza che il goffo robot – ovviamente pilotato dall’interno con parecchie perplessità inerenti a usi e costumi – fa dell’umana Gina (la stupenda Elizabeth Banks di Certamente, forse) e del suo figlioletto Josh (Austyn Myers), e dei rapporti causa-effetto un po’ meno traballanti (si pensi alle reazioni non sempre credibili della “ciurma” extraterrestre, in cui, per inciso, milita, nel ruolo del terzo comandante, un’altra bellezza unica di nome Gabrielle Union) non sono purtroppo contemplati, ma forse non è il caso di pretenderli in una pellicola dichiaratamente disimpegnata che ha il solo intento di regalare un pomeriggio piacevole ai bambini.

Senza contare che dar vita a più di un personaggio, al di là dei risultati, è ancora la specialità di Eddie.

Max Marmotta