
Piazza delle cinque lune
- Renzo Martinelli
- Aisha Cerami, Donald Sutherland, Giancarlo Giannini, Stefania Rocca
- Drammatico, Giallo, Thriller
- Italia, Regno Unito
- 9 May 2003
Trama
Giudice istruttore di Siena, pronto a godersi l’imminente pensione, Rosario Saracini viene avvicinato una notte da un misterioso e diffidente individuo, il quale gli consegna un superotto contenente le immagini autentiche del rapimento di Aldo Moro, avvenuto venticinque anni prima, il 16 marzo ’78 in via Fani a Roma.
Il magistrato ha così tra le mani il caso sognato per tutta la carriera, ma sono necessari la massima riservatezza e l’apporto dei fidati Fernanda, collega del Palazzo di giustizia, e Branco, capo della sua scorta.
Le indagini ingranano da subito svelando collusioni tra Brigate Rosse e servizi segreti, nonché legami tra la morte di Moro e l’omicidio Pecorelli.
Il tassello mancante è il memoriale originale e integrale redatto dal politico durante la sua prigionia.
Recensione
Il thriller sul rapimento Moro firmato Renzo Martinelli ricalca tutte le ingenuità tipiche del prodotto televisivo, con la fiction che fa talvolta capolino.
Ne scaturisce il primo JFK – Un caso ancora aperto all’italiana, privo della medesima valenza patriottica e provocatoria, facente sfoggio di tecnica ed effetti visivi –impiegati con costanza dal regista dai tempi di Porzûs– ma incapace di coinvolgere, persino durante la minuziosa ricostruzione degli avvenimenti.
Le ipotesi e le accuse, difatti, non possono neanche essere considerate coraggiose, essendo note ai più e soprattutto a chi ha visto Il caso Moro, diretto nel 1986 da Giuseppe Ferrara (il finale è nel suo agghiacciante stile).
La confezione inoltre tenta un approssimativo riciclaggio del “tocco americano”, con esiti drammaturgici infausti che potrebbero generare una fuga di massa dalla sala, incentivata dall’imbambolato cast internazionale, dove F. Murray Abraham trova spazio per cinque minuti e Philippe Leroy per quindici secondi scarsi. Dopo ben due ore e altrettante massime virgolettate, solo il brano “Maledetti voi”, eseguito durante i titoli di coda da Luca Moro, nipote dello statista, riesce a suscitare la giusta indignazione e le doverose riflessioni.