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Recensione

Se questa mini-saga disneyana si fosse fermata all’iniziale, gradevole La maledizione della prima luna probabilmente nessuno se ne sarebbe lamentato.

A un superlativo e spiritoso Johnny Depp, furbo quanto vigliacco, lezioso quanto avido, facevano corona i giovani Orlando Bloom e Keira Knightley, all’epoca (parliamo del 2003) in via di affermazione, e il minaccioso e spettrale Geoffrey Rush.

Dopo che il secondo capitolo, praticamente realizzato in contemporanea al terzo, si era chiuso con l’annuncio del gradito ritorno di quest’ultimo, la storia riprende con l’ex-pulzella Elizabeth impegnata in un rischioso salvataggio e con il capitano Jack Sparrow sulla via della dannazione.

La scena in cui il nostro, centuplicato a bordo di una nave in secca, non si dà per vinto non sarà inedita ma è abbastanza memorabile, analogamente all’omaggio a Sergio Leone, con gli avversari che si fronteggiano come se fossero pronti a una sparatoria.

Insomma, sortilegi, duelli spettacolari, buffonate, introduzione di nuovi personaggi di contorno (ci sono il bucaniere orientale al quale presta un irriconoscibile volto Chow Yun-fat e il lugubre corsaro che scopriamo essere il papà di Sparrow, interpretato addirittura da Keith Richards dei Rolling Stones): non si lesina in mezzi per intrattenere, e l’operazione può dirsi sostanzialmente riuscita, se si conta l’involontaria e chiassosa frammentarietà che emergeva dal mediano Pirati dei Carabi – La maledizione del forziere fantasma, reo di avere messo troppa carne al fuoco.

Ad ogni modo Verbinski si diverte anche stavolta –avrebbe potuto sottrarsi? – a inserire un’eloquente (più delle altre volte) sequenza al termine dei titoli di coda.

Non dite che per gli episodi precedenti non ve ne eravate accorti… .

Max Marmotta