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Trama

Il colonnello dei marines Childers, inviato nello Yemen per una missione di soccorso a favore dell’ambasciatore degli Stati Uniti, assediato da un gruppo di manifestanti, commette una strage dando l’ordine di fare fuoco sulla folla.

Il consigliere per la sicurezza non ha dubbi: il suo gesto sconsiderato deve essere punito in maniera esemplare dalla corte marziale.

Per la difesa Childers si rivolge a un suo ex-commilitone del Vietnam, Hodges, anch’egli graduato, ma disilluso e amareggiato.

Recensione

Il soggetto affrontato da Friedkin (L’esorcista) era spinoso: come giustificare un eccidio compiuto da un militare in una tradizione cinematografica nazionale che pretende l’esaltazione di qualsiasi intervento degli Stati Uniti? Ebbene, la strada che il cineasta ha scelto di intraprendere è impervia: sottrarre credibilità ai rappresentanti del governo per spiegare il gesto pur estremo di un singolo che non ha fatto altro che applicare i codici (quelli prioritari, almeno).

Magari qualcosa è discutibile (e Jones dà segni di incertezza, al contrario di un minaccioso Jackson), però il mestiere di chi sta dietro la macchina da presa colma le lacune.

Al punto che le classiche scene processuali passano in secondo piano, surclassate dagli spunti di riflessione.

Max Marmotta