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Recensione

In tempi di magra, gli attesi risultati del nuovo film con il barese Checco Zalone (al secolo Luca Medici, come si firma da co-autore del copione), diretto per la terza volta dal concittadino Nunziante, sono cruciali: 20 milioni incassati nella prima settimana dalle oltre mille copie in circolazione.

Assicurato l’esito commerciale, si potrebbe affermare che questa commedia è più efficace del discontinuo Che bella giornata (2011), però non eguaglia Cado dalle nubi (2009).

Non è così semplice. La vicenda imperniata su un piazzista abbandonato dalla moglie che non riesce più a vendere aspirapolvere ed è costretto, per onorare una promessa fatta al brillante figlioletto (il credibile Dancs, di origine rumena), a inventarsi, malgrado sia in bolletta, una super-vacanza (il fortuito incontro con una famiglia ricca eppure in difficoltà sarà occasione di aiuti reciproci), non punta solo alla gag spensierata, ma tratta con leggerezza di crisi e truffe finanziarie.

Di attualità, insomma, e la presenza del bravo Paolini pare sancirne il tentato impegno. Zalone/Medici, continua a dar corpo (comico) all’italiota bugiardo e opportunista, con i suoi pregiudizi che evocano tolleranza e addirittura buonismo.

Tuttavia, non svanisce l’impressione che il pubblico una parte delle risate se la porti da casa, soprattutto laddove spuntano situazioni slegate o poco divertenti.

E poi, siamo onesti: senza incassi stellari, questo genere (con tanto di canzoncine) lo praticava già Pippo Franco trent’anni fa, con più volgarità e meno cinismo (apparente).

Max Marmotta