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Trama

Dennis Cleg è ospite fisso di ospedali psichiatrici fin dalla tenera età. Soprannominato dalla madre Spider per la sua capacità di costruire ragnatele con lo spago, Dennis si trasferisce in una fatiscente casa di accoglienza per malati mentali gestita dalla rigida signora Wilkinson.

La struttura è però sita nel quartiere dove è nato. E presto l’uomo viene sopraffatto da ricordi rimossi: la dolcezza della madre, scomparsa tragicamente, e l’estrema severità del padre, abituale frequentatore di pub e prostitute.

Recensione

Ecco finalmente il nuovo dramma psicologico firmato Cronenberg, coerente con la sua poetica della metamorfosi.

Supportato dall’asciutta fotografia di Peter Suschitzky e dall’ottimo commento musicale di Howard Shore, suoi abituali collaboratori, il rigoroso autore canadese ci guida nell’ennesima discesa agli inferi di un suo protagonista.

Lo splendido Dennis/Spider (Ralph Fiennes) vaga per il quartiere della sua infanzia, sottoponendosi controvoglia a una terapia che lo costringe ad assistere letteralmente a eventi passati che mutano la sua percezione del mondo esterno, peraltro falsata fino all’età adulta da un filo di ragnatela/sinapsi tenuto unito nell’illusione di condurre la migliore vita possibile.

Ancora una volta Cronenberg sonda con lucidità l’orrore che alberga in ognuno di noi, ottenendo il massimo da tutti gli interpreti: i collaudati Fiennes e Richardson (la madre), e persino Gabriel Byrne (il padre).

Sax Marmotta