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Trama

Nascita e vita selvatica di un mustang, vigoroso e caparbio, capobranco naturale sin dalla più giovane età.

Tra una galoppata e l’altra, il cavallo è incuriosito da un accampamento di uomini; costoro lo catturano e lo conducono in un fortino nordista, dove alcuni soldati, agli ordini di un inflessibile colonnello, tentano indarno di assoggettarlo e domarlo.

L’animale si lascia avvicinare solo da un lakota, anch’egli prigioniero. Proprio con l’aiuto di Piccolo Fiume, così si chiama il pellerossa, riesce a fuggire. Una volta arrivati presso la tribù da cui proviene il ragazzo, lo stallone incontra la bella giumenta Pioggia.

Ma i conti con l’esercito non sembrano pareggiati… .

Recensione

Traboccherà pure di retorica, come hanno rilevato in molti, ma il nuovo cartone della Dreamworks ha il dono dell’immediatezza.

Connotato dall’assenza di dialoghi tra gli animali (anche se la vera sfida, certo troppo rischiosa per la fruizione del pubblico infantile, sarebbe stata eliminare persino la voce narrante del protagonista –in originale di Matt Damon– o le eloquenti canzoni di Bryan Adams, adattate in italiano da Zucchero), il film, vero inno (ecologico) alla libertà, celebra l’unione, per una volta felice, delle tecniche tradizionali con quelle digitali, e la differenza tra i due procedimenti quasi non si coglie! I movimenti delle bestie sono perciò piuttosto realistici e fanno perdonare un altro compromesso, senza il quale tuttavia si sarebbe approdati al documentario: le espressioni spesso praticamente umane dei cavalli.

Sicché, la casa di produzione di Spielberg si conferma, per qualità generali, come la più valida alternativa all’animazione disneyana.

Max Marmotta