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Recensione

Esisteva già un film che illustrava la storia vera di una famiglia di sognatori che aiutava delle oche canadesi a migrare: L’incredibile volo (1996) portava la firma dell’ardito Carroll Ballard, però sfortunatamente non lasciò il segno.

Basandosi su un’esperienza simile (finanche nell’uso d’un deltaplano modificato) e più recente che ha avuto luogo in Francia (precisamente nella Camargue), il regista Nicolas Vanier, autore del primo Belle & Sébastien, inquadra il maniacale esperto di volatili Christian (Jean-Paul Rouve), l’annoiato ma sempre più coinvolto figliolo Thomas (Louis Vazquez) e, più tardi, la comprensibilmente apprensiva moglie Paola (Mélanie Doutey), più il collega Björn (Frédéric Saurel).

È il primo a truccare avventatamente i permessi, ad allevare i pulcini, a insegnare loro a volare (con l’apporto del rampollo, diventatone la “madre”) e a guidarli, una volta adulti, fino in Norvegia attraverso cieli sicuri, per poi ricondurli indietro con il percorso memorizzato.

O quantomeno è suo il progetto… Il motivo che lo detta è il rischio d’estinzione di alcune specie, insidiate durante i grandi spostamenti stagionali da nuovi pericoli e inquinamenti di vario genere.

Sul piano del contenuto, la presenza di una facciabianca nello stormo di lombardelle è un indiretto messaggio di tolleranza.

Per il resto, si tratta di onesto, a volte semplicistico intrattenimento, in ogni caso esaltato da stupende riprese aeree.

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Max Marmotta