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Recensione

Ancora un documentario sui Beatles?! Ebbene sì, ma per quanto non ci si stanchi mai di scoprire retroscena e aneddoti sulle vette raggiunte dal gruppo pop più amato di sempre, bisogna riconoscere che questo lavoro di Alan G. Parker (niente a che fare con l’autore di Fuga di mezzanotte e The Commitments) poco o nulla aggiunge a vicende risapute.

È vero, alla tormentata figura del manager Brian Epstein (1934-1967) viene dedicato parecchio spazio, si dà voce – oltre che a parenti e collaboratori sopravvissuti – a Pete Best, escluso della prima ora, e qualche filmato raro (soprattutto fra gli sterminati materiali televisivi) inevitabilmente spunta.

Ma dopo di ciò? I caratteri e le attitudini di ciascuno dei quattro di Liverpool sono noti e l’amalgama appare perfino un po’ orientato verso la demitizzazione (sarebbe comunque una direzione legittima, qualora fosse ben supportata dalla regia).

Tuttavia la vera aggravante alligna nel titolo: se proprio si intende celebrare il cinquantenario dell’uscita dell’incisivo album Sgt.

Pepper’s Lonely Hearts Club Band perché non lo si mostra nemmeno? Per quale motivo lo spettatore non ha diritto, se non alle classiche esecuzioni dal vivo, almeno a dei brani cantati all’infuori dei timidi arrangiamenti in sottofondo? E di quell’ingannevole Beyond (non si affrontano gli anni successivi alla pubblicazione, c’è solo un cartello finale) ne vogliamo parlare? Ok, c’è sempre da imparare; però… .

Max Marmotta