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Trama

La tredicenne Tracy al liceo è abbastanza emarginata. L’occasione di riscatto le si presenta quando la compagna Evie, assai ammirata tra le coetanee e considerata sexy dagli studenti maschi, le concede un po’ di confidenza.

In breve tempo le due legano moltissimo, non temendo di commettere furtarelli nei negozi alla moda, di sperimentare nuovi piercing o di sedurre qualsiasi ragazzo capiti loro a tiro.

Mel, madre di Tracy (che ora comincia a trascurare le sue vecchie amiche), umile parrucchiera separata che lavora in casa e conduce una travagliata storia con l’ex-tossicodipendente Brady (odiato dalla ragazzina), dopo aver scoperto molte bugie, comincia a preoccuparsi.

Frattanto Evie, accudita dalla distratta cugina modella Brooke, si è inserita subdolamente nella piccola famiglia, pensando di manipolare Mel, l’altro suo figlio Brady, il suo compare e vicino Luke… .

Recensione

Assomiglia, in meglio, all’inosservato Tart, diretto da Christina Wayne nel 2001. Come Silvio Muccino partecipò alla sceneggiatura di Come te nessuno mai, anche qui la regista Catherine Hardwicke, che ha ricevuto buone accoglienze a Sundance e a Locarno, si è avvalsa della collaborazione della co-protagonista Nikki Reed (Evie) per la stesura dello script; la giovanissima attrice, infatti, ha messo nero su bianco alcune esperienze scolastiche da lei vissute.

Lo stile adottato è eccessivamente prossimo al videoclip (con grande uso della steadycam) più che al (palesemente finto) cinema-verità, comunque evocato, sia per riprodurre delle esistenze all’insegna della pericolosa spensieratezza attraverso segni visivi immediatamente riconoscibili ed assimilabili dai ragazzi, sia per una questione di ruffianeria nei confronti degli stessi.

Alla luce di ciò, molto più sincero ed equilibrato appare il lungo e moderatamente tragico finale, degna e credibile conclusione di una discesa agli inferi; un tono che andava applicato all’intera pellicola per conferirle maggiore interesse.

Il soggetto, comunque non deprecabile, sfoggia ad ogni modo una morale già sentita: mezza famiglia non basta quasi mai.

Un elogio va alla Hunter, madre apprensiva nella maniera sbagliata.

Max Marmotta