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Recensione

Debutto registico per il trentenne Tanne, che si misura nientedimeno che con la prima uscita degli allora colleghi Barack Obama (che faceva lo stagista) e Michelle Robinson (all’epoca suo supervisore nonché associato dello studio legale in cui lavoravano).

Che non si parli di appuntamento per carità!, dice lei ai suoi mentre si agghinda, e al suo galante accompagnatore dalla scalcinata automobile lo ribadirà a più riprese.

Corre l’estate del 1989; il giovanotto, con la scusa di proporre alla compita ragazza di partecipare a un’istruttiva riunione sui disagi della periferia coloured a sud di Chicago (il che spiega il titolo originale), ha pianificato – all’insaputa della contrariata ed esitante quasi-amica – un pomeriggio articolato e interessante, tra mostre e spuntini, che culmina nell’improvvisata visione al cinema del già discusso Fa’ la cosa giusta di Spike Lee.

La bellissima Sumpter del dittico comico di Poliziotto in prova è significativamente anche produttrice di questa minuziosa ricostruzione biografica dal passo televisivo eppure in grado di condensare parecchie argomentazioni politico-sociali nei dialoghi fra due giovani che stanno imparando a conoscersi; e sa pure disegnare, attraverso il loro background, due personalità destinate al successo.

La distribuzione italiana – che ha sciattamente ribattezzato il film – non ha resistito alla tentazione di piazzare l’uscita addosso alle presidenziali statunitensi.

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Max Marmotta