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Trama

Eugenio è un ragazzo down a cui piace passare il tempo con due amiche scorrette, Cristina ed Elena, della quale è innamorato.

I tre sono destinati a perdersi di vista, con sorti differenti. Oltre vent’anni dopo, Eugenio, conscio della sua fortuna (è assolutamente autosufficiente e vive da solo, il suo ritardo mentale è minimo e la debolezza cardiaca tipica della sua sindrome non gli dà problemi), lavora da giardiniere, fa volontariato (cerca di rimettere in sesto una giovane diventata catatonica dopo un brutto incidente) ed è benvoluto da tutti; aiuta persino una donna che sta per partorire un bambino con la sua stessa malattia a prendere una decisione.

All’improvviso si ripresenta Elena; come mai? .

Recensione

Sono diversi gli ammanchi di sceneggiatura (scritta dal regista con il Pomilia del dimenticato Fiori di zucca) individuabili in questa pellicola dai nobili intenti e dagli esiti tuttavia incerti, che magari risolleverebbe la media delle produzioni televisive ma non è ancora abbastanza interessante per il cinema: scarsa cura nel chiarire i rapporti tra i personaggi e nel rendere i luoghi focalizzabili; solo cenni sulla famiglia di Eugenio (un’altra bella prova per Giannini); eccessiva inclinazione alla lacrima, non tanto da parte della pur brava ma a volte vezzosa De Sio (bentornata comunque), quanto da quella della sempre piangente Petrova (la signora incinta); una serie di approssimazioni su vari particolari (la madre non può sapere che il guidatore era sotto l’effetto della cocaina, le fotografie per la carta d’identità non sono difettose e non dovrebbero neanche essere state scattate, le età dei personaggi sono improbabili, a meno che la figura della prostituta non rappresenti un simbolo).

Nonostante tutto questo, il film è raccomandato a chi al cinema predilige i buoni sentimenti e al pubblico meno giovane.

Buono l’esordio del vero down Scarlata. Umberto Smaila ha scritto le musiche “bacaloviane” con Silvio Amato.

Max Marmotta