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Trama

Alonzo Harris è un veterano della sezione narcotici, la cui moralità è stata inevitabilmente compromessa da 13 anni di continui scontri violenti tra spacciatori oltre che da numerose vittime di pallottole vaganti o droga.

Vantando un’approfondita conoscenza delle leggi della strada, applica i propri personali metodi alla lotta contro i criminali realizzando grossi arresti.

Ai cinque agenti in borghese che gestisce se ne aggiunge un sesto, Jake Hoyt, inesperto e desideroso di fare carriera.

Jake, ancora in prova, inizia così il suo training day (giorno di addestramento) accanto a uno dei poliziotti più temuti e rispettati della città, che, prendendolo subito in simpatia, non perde occasione per metterlo alla prova o insegnargli le regole fondamentali per sopravvivere nella giungla urbana.

Recensione

Piacevole sorpresa questo Training Day, specie per chi si aspetta il solito film sui poliziotti corrotti.

Fuqua, regista di Costretti ad uccidere e Bait – L’esca (non pervenuti a Palermo), firma un’opera preziosa dove i virtuosismi tipici delle precedenti prove lasciano maggiore spazio all’impeccabile sceneggiatura di David Ayer.

L’atmosfera da poliziesco anni ’70, le sporadiche sequenze d’azione e qualche strizzata d’occhio a Tarantino permettono allo spettatore di concentrarsi sui dialoghi, dai quali emerge la brutale violenza psicologica ai danni del novellino e idealista Jake (Ethan Hawke), probabilmente molto simile a quella subita dallo stesso Alonzo anni prima.

Denzel Washington (Harris) riesce ad incantare con la migliore interpretazione dell’ultimo periodo, regalandoci un personaggio complesso, carico di sofferenza repressa, discutibile prodotto di un sistema che fa acqua da tutte le parti, un moderno infernale Quinlan.

Il finale, anche se moralmente necessario a ridimensionare i deliri d’onnipotenza del protagonista e a mostrarne i limiti e l’ignoranza, colpisce per il suo profondo pessimismo.

Sax Marmotta