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Recensione

Giunto al quarto capitolo della sua saga (sempre più) spaccatutto ispirata ai personaggi della Hasbro, Bay cambia protagonista e si affida alla prestanza e allo spirito di Mark Wahlberg, che aveva già diretto nel precedente Pain & Gain – Muscoli e denaro; tutt’intorno, qualche veterano (Tucci, Grammer) e delle partecipi giovani leve come Nicola Peltz, Jack Reynor e T.J. Miller (pur essendo il carattere più simpatico, dura poco). Un meccanico con il pallino delle invenzioni, sfrattato dalla fattoria che ancora si ostina a occupare, acquista un camion arrugginito, sotto le cui lamiere si cela addirittura l’eroico Optimus Prime, il robot ch ha contribuito più volte al salvataggio del nostro pianeta.

A lui e ad altri dà la caccia una segreta associazione governativa, che da un lato vuol fare piazza pulita di Transformers, buoni o cattivi che siano, dall’altro nasconde un losco accordo; intanto, un ricco industriale scopre il “transformio” e ne applica le vantaggiose proprietà… Non sono che le linee guida di un film che punta tutto sull’azione, spesso caotica (anche per chi non sceglie la visione in 3D), sulle esplosioni e sugli effetti speciali, rinunciando presto a un’ironia che non sia… metallica.

La durata spropositata (due ore e tre quarti) contribuisce al disinteresse, di tanto in tanto, su qualche nesso, sepolto dal fracasso di scontri fin troppo concitati e crolli spettacolari.

Insomma, un eccesso di materiale che richiederebbe molta più cura per essere plasmato. Poi, se vi bastano le meraviglie tecniche, accorrete.

Max Marmotta