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Trama

Drammi quotidiani alla periferia di Londra, in un complesso di case popolari. Il tassista Phil si sente poco considerato dalla moglie Penny, cassiera in un supermercato. Hanno due figli, l’obeso e sboccato Rory, che passa le giornate a giocare e menar le mani in cortile, e l’altrettanto rotonda Rachel, remissiva ma assai puntuale nel suo lavoro (fa le pulizie in una clinica per anziani).

Fra i loro vicini c’è Ron, collega di Phil, bugiardo cronico sposato con l’alcolizzata Carol, apparentemente irrecuperabile; sono genitori di Samantha, che sembra interessata solo al sesso, tanto che si lascia avvicinare pure da un bizzarro coetaneo che ciondola continuamente sotto gli edifici.

C’è poi l’energica Maureen, madre non sposata di Donna, la quale ha appena scoperto di essere incinta; il suo ragazzo, Sid, reagisce assai egoisticamente alla notizia.

Un improvviso attacco cardiaco di Rory scuote l’immota e dolorosa routine.

Recensione

Grande, profondo Mike Leigh. Attraverso i suoi personaggi provati dalla vita ci racconta ancora di proletariato, solitudine, disperazione, frustrazioni, commovendo (a dispetto dell’ingannevole trailer, che vende il film come una commedia) ed evitando accuratamente la retorica e i patetismi (anche se, volendo trovare un piccolo difetto, il commento musicale volutamente lagnoso che accompagna le prime immagini depone piuttosto male).

Figure meste e vere (ottimi gli attori, con predilezione per Ruth Sheen, che è Maureen, e per il Phil di Timothy Spall, fedelissimo del regista), vicissitudini dette e non dette di tre nuclei familiari disgregati o in via di sbriciolamento che causano un tuffo al cuore dello spettatore.

La speranza, ad ogni modo, non muore (ne è humus la china, a volte fastidiosa umiltà di Rachel e di suo padre, contrapposta alle urla rabbiose e vacue di chi li circonda), e per coltivarla in fondo basta pochissimo: ad esempio, parlare, confrontarsi, provare a scovare e additare, insieme, cosa non funziona più in un pluriennale rapporto di coppia (non certo l’amore) e riguadagnare il rispetto all’interno della propria casa; magari, prendere spunto dalla gentilezza e dalla disponibilità (doti rare sia in un ospedale che altrove, pare di capire) di un bravo medico.

Pure la reazione di Samantha, resa probabilmente cinica dalla vista continua della madre svanita, nel suo piccolo, è un germe di ottimismo.

Max Marmotta