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Trama

Tom Baker, coach della squadra giovanile di football di Middleton, e sua moglie Kate, aspirante scrittrice, hanno la bellezza di dodici figli.

Nonostante gli inevitabili problemi organizzativi, la vita della famiglia nel piccolo centro urbano procede senza particolari intoppi.

Ma l’equilibrio si spezza quando si fa vivo Shake, vecchio amico di Tom, il quale gli propone il lavoro sognato per tutta la vita: allenare il team dell’università dell’Illinois.

Vinte le incertezze della numerosa prole, i Baker si trasferiscono in una grande casa. Ma ai problemi dei piccoli nella nuova città si aggiunge un imprevisto: Kate pubblica il suo primo libro e parte per un tour promozionale di due settimane.

Tom, pressato dalle recenti mansioni, non sa come badare a Charlie, Lorraine, Henry, Sarah, Jake, Jessica, Kim, Mark, Mike, Nigel e Kyle e chiede aiuto alla maggiore Nora, che convive con l’odioso attore Hank.

Recensione

Tratto, coi dovuti aggiornamenti, dal romanzo autobiografico dei signori Gilbreth (già portato sullo schermo nel 1950 da Walter Lang, con il titolo italiano Dodici lo chiamano papà) e diretto dal regista di Oggi sposi… niente sesso!, Una scatenata dozzina è il tipico film per famiglie senza infamia e senza lode.

Una commedia un po’ buonista e un po’ cattiva, soggetta a sporadiche iniezioni di melassa, caratterizzata da una discreto ritmo, da una buona dose di garbo e –ovviamente– da un finale annunciatissimo.

Ma, in fondo, poco importa, se a guidare in tutti i sensi questa numerosa squadra ci sono due ottimi protagonisti adulti (Steve Martin/Tom e Bonnie Hunt/Kate), i quali accettano di buon grado di mettersi da parte a favore soprattutto dei piccoli interpreti, capaci di regalare spassose sequenze in odore di slapstick (genere che l’autore dovrebbe indagare più a fondo, visti gli ottimi risultati).

Il prossimo progetto della coppia Levy-Martin? Un prequel de La pantera rosa, dove il canuto attore dovrebbe interpretare il giovane Clouseau.

Sax Marmotta