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Trama

David Aames vive un’esistenza che si può considerare perfetta. Giovane, bello, ricco direttore di tre riviste e padrone di una casa editrice che opera a livello mondiale, sempre circondato da donne affascinanti, non sa decidersi tra la bionda provocante Julie Gianni e la spagnola acqua-e-sapone Sofia Serrano.

Dopo un tragico incidente automobilistico, rimane con il volto orribilmente sfigurato. Recuperando poco a poco fiducia in se stesso, grazie anche a costose operazioni di chirurgia plastica, allaccia una relazione con Sofia, ma viene improvvisamente arrestato sulla base di accuse poco chiare.

Il dottor McCabe, incaricato di stilare una perizia psichiatrica sull’indiziato, lo invita ad aprirsi, ma David sospetta un complotto ordito dall’avido consiglio di amministrazione della sua compagnia.

Recensione

Scelta coraggiosa, da parte di Tom Cruise, di propinare al grande pubblico, con l’aiuto di indispensabili amici, il remake dell’ostico Apri gli occhi di Alejandro Amenábar (l’attore ne ha comprato i diritti per gli USA e, in cambio, ha coprodotto The Others).

Cameron Crowe, con parecchio mestiere e i soliti cenni autobiografici, costruisce una vicenda abbastanza frastagliata, con spiazzanti tocchi grotteschi, ma, almeno, fedele agli intenti originari: ribadire la vacuità della dimensione onirica rispetto alla vita reale.

Discutibile, invece, la scelta “all american” di spiegare tutto fino all’ultima virgola, privando così l’opera del suo oscuro fascino e trasformandola, nel finale, in un clone di Matrix e Atto di forza.

Il calibrato Cruise ritrova la sua ossessione pirandelliana per le maschere e uno dei pochi registi ancora in grado di scandire il tempo del montaggio con un’azzeccata colonna sonora, ricca di classici di Bob Dylan, Paul McCartney (con il brano Vanilla Sky), Radiohead, Peter Gabriel e Jeff Buckley.

Piccola apparizione non accreditata per Steven Spielberg con una sola battuta: “Buon compleanno, figlio di puttana!”.

Sax Marmotta