Video & Photo

1 videos

Trama

Arrestato per furto d’auto, l’italoamericano Cosimo si trova a dividere la cella con un condannato all’ergastolo, il quale gli dà la dritta per un autentico “Bellini” (il furto del secolo, nel gergo dei rapinatori).

Bisogna però trovare qualcuno che si addossi la colpa del ladro, permettendogli di uscire. La scelta cade sul pugile fallito Pero, che a sorpresa inganna il carcerato e si mette a capo della squadra improvvisata per il colpo e composta dai disperati Reily, Toto, Leon, Basil e Rosalind, tutti provenienti da Collinwood, sobborgo di Cleveland.

Si tratta di svaligiare la cassaforte di un banco dei pegni, attiguo a un appartamento sfitto. La banda si rivolge così allo scassinatore in pensione Jerzy, il quale accetta di tenere alcune lezioni dietro compenso.

Recensione

Non contento del primo disastroso remake (I soliti ignoti made in USA, diretto da Louis Malle nel 1984), il cinema americano prova a riportare sul grande schermo il capolavoro assoluto di Mario Monicelli nonché della commedia all’italiana di tutti i tempi.

Esortati dai produttori Steven Soderbergh e George Clooney (Jerzy), i fratelli Russo confezionano così un film che trasuda rispetto nei confronti dell’originale, pur incappando nei medesimi errori del regista francese; su tutti, l’impossibilità di immaginare la sceneggiatura di Monicelli, Age, Scarpelli e Suso Cecchi d’Amico al di fuori del contesto storico e sociale in cui è stata partorita: l’Italia degli anni ’50, analizzata con la verve tragicomica della celluloide di una volta.

Il risultato si colloca quindi perfettamente a metà strada tra una farsa anacronistica e una furbetta operazione nostalgica, orchestrata da luci, costumi e colonna sonora (curata da Mark Mothersbaugh, ex-front man dei Devo) e ad esclusivo uso e consumo del pubblico statunitense.

Nonostante, come nel tentativo anni ‘80, gli interpreti si rivelino tutti all’altezza; soprattutto i caratteristi iperattivi William H. Macy (Reiley, cioè Tiberio/Mastroianni) e Michael Jeter (Toto, cioè Capannelle/Pisacane), purtroppo scomparso di recente.

Sax Marmotta