
Zatoichi
- Takeshi Kitano
- Michiyo Yasuda, Tadanobu Asano, Takeshi Kitano, Yui Natsukawa
- Avventura, Azione, Cult Movie, Drammatico
- Giappone
- 6 September 2003
Trama
Giappone, XIX secolo. Zatoichi è un massaggiatore cieco e girovago, spesso dedito al gioco d’azzardo, che porta sempre con sé un bastone celante la sua letale katana.
In effetti, si rivela imbattibile con questa spada quando, giunto in un villaggio afflitto da tempo da una guerra di bande ormai predominata dal terribile Ginzo, si scontra con gli scagnozzi di quest’ultimo e con la sua guardia del corpo da poco assoldata, il temibile ronin Hattori.
Il samurai non vedente, che frequenta una cupa osteria, lega con la gentile Oume e con il pasticcione Shinkichi, ma prende a cuore anche la situazione di Okinu e Osei, due geisha che nascondono più di un segreto… .
Recensione
Varrebbe la pena di vedere l’ultimo film di Takeshi Kitano, che come sempre si firma Beat Takeshi in veste di interprete, anche solo per l’ariosa, coinvolgente, coloratissima, ritmata scena finale, in cui i protagonisti (superstiti) si abbandonano ad una liberatoria danza, apparentemente avulsa dal resto della narrazione semiseria condotta dall’autore giapponese fino a quel momento, eppure perfetto coronamento di una tale inusuale avventura in costume.
Merito, oltre che delle ottime composizioni di Kejichi Suzuki (capace di cavare melodie persino dalla cadenza del lavoro nei campi), di un regista/artista geniale ed eclettico che sa abbinare a meraviglia il suo peculiare senso dello spettacolo ad un’eccezionale costruzione delle immagini; insomma, anche se si tratta di divertissement con momenti comici e abbondanti fiotti di sangue digitale (curioso e straniante accorgimento tecnico), la qualità è ancora alta.
In effetti, le fonti di ispirazione della trama, sulla quale magari si può eccepire un minimo, sono le più disparate: a parte i racconti di Shimozawa (il personaggio di Zatoichi, alquanto “romantico”, è abbastanza popolare in patria), vengono in mente le pellicole Bruce Lee e le loro derivazioni di serie B, il Goemon della serie a cartoni “Lupin III”, Tarantino e un poco riuscito lavoro di Phillip Noyce, Furia cieca, nel quale Rutger Hauer impersonava un infallibile samurai (per la verità reduce di guerra) non vedente.