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Trama

Dopo avere accoltellato il suo presunto padre, il piccolo Tobias fugge dal suo villaggio, situato in un imprecisato Est europeo, dove stava con la madre ladra e prostituta, e giunge nella Svizzera francese.

Qui cambia nome (prende quello del genitore) e con il passar del tempo si mette a lavorare in una fabbrica di ingranaggi per orologi.

Si inserisce in una comunità di immigrati e si immerge nella sua passione per la lettura e la scrittura.

La sua solitudine, saltuariamente interrotta da brevi avventure, si radica nella fantasticata attesa della semi-immaginaria Line, ovvero la sua sorellastra e compagna di banco ai tempi della scuola, vista come la donna ideale.

Recensione

Silvio Soldini (che fa una comparsata), dopo il grande successo della commedia Pane e tulipani, preferisce ritornare alle atmosfere drammatiche che hanno segnato gli altri suoi tre lungometraggi.

Lo fa trasponendo sul grande schermo il romanzo “Hier” dell’ungherese Agota Kristof (il titolo di lavorazione era in effetti Ieri) e addolcendone il finale, con buona pace dell’autrice (in un primo tempo contrariata).

Costruita attorno all’intenso protagonista Ivan Franĕk, scelto dopo molti provini in varie capitali mitteleuropee, la pellicola è recitata in ceco (doppiato in italiano da Fabrizio Gifuni, Licia Maglietta, Giuseppe Battiston, Massimo Venturiello ed altri) e in francese; per volere del regista (che avrebbe volentieri evitato le voci nostrane) circolano anche due copie in originale sottotitolate.

Nel complesso, si può persino uscire perplessi dalla proiezione, ma il film, decisamente valido, continua a vibrare e a crescere dentro lo spettatore nelle ore successive.

Max Marmotta