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Trama

Spente trentadue candeline, la sovrappeso Bridget, impiegata in una casa editrice, vive con tristezza la sua condizione di single cronica: beve molto, fuma di più, ascolta musica a tutto volume, frequenta svogliatamente gli amici e dribbla, quando può, i familiari, soprattutto la madre che vorrebbe accasarla.

Un giorno il suo capufficio-mito Daniel la nota, e cominciano ad uscire insieme. Bridget, comunque, si accorge anche di un avvocato da lei precedentemente scartato, Mark.

Recensione

Fa bene il trailer a sottolineare i collegamenti con Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill (soprattutto lo stesso zuccheroso sceneggiatore Richard Curtis): anche se Hugh Grant –che non rinuncia mai a sbattere le palpebre– stavolta non è il vero protagonista, lo sostituisce degnamente (per goffaggine e intrecci sentimentali) la bravissima Renée Zellwegger (l’ha spuntata su agguerrite concorrenti quali Kate Winslet e Helena Bonham Carter), per l’occasione ingrassata e dotata di un impeccabile accento inglese (in originale, ovviamente).

Gli spunti acidi dei due best seller di Helen Fielding, malgrado qualche rimasuglio, ne escono gravemente mortificati; ad ogni modo, ciò non sottrae al film motivi di autentico divertimento, ad esempio durante la presentazione del libro o la festa “in costume”.

Colin Firth (Valmont, Febbre a 90°, Shakespeare in Love) sembra inespressivo, ma è una caratteristica del suo rigido personaggio.

Max Marmotta