Trama

È un giorno d’ottobre. La piccola Maria di Ustica ha un problema: si è ricordata tardi che è il compleanno della madre. Per non essere da meno dei fratelli Francesco e Giuseppe, che le hanno portato dei fiori di campo, la caparbia bambina vuole comprarle un mazzo di iris.

Ma il pochissimo denaro di cui dispone non basta ad assecondare il suo desiderio. Non rimane che una soluzione: inerpicarsi per la lunga strada che porta al faro e chiedere un po’ di soldi al padre muratore.

Recensione

Insospettabile delicatezza da parte di Aurelio Grimaldi, impegnato persino nella scelta di scenografia e costumi, per una volta affrancatosi dall’erotismo macabro di molti suoi lavori e da “pasolinismi” più o meno legittimi (comunque dichiara di non aver rinunciato all’idea di continuare la trilogia avviata da La donna lupo), in grado di allestire con un budget risibile e la collaborazione della moglie al copione questa favola dichiaratamente ispirata alla purezza del cinema iraniano, vieppiù intrisa di umore siciliano.

L’isoletta equivale al mondo per Maria (interpretata dalla figlia del regista, la più spontanea di un cast peraltro efficace composto quasi interamente da non professionisti), certa del suo obbiettivo così come del suo nome, che esibisce con inimitabile ovvietà.

È con il suo sguardo incontaminato che molte difficoltà possono essere risolte. Un pellicola breve (il cui minutaggio è per giunta protratto da qualche espediente e da titoli di coda che ridondano quelli di testa) ma di invidiabile intensità.

Tre brani musicali di Moni Ovadia. Grimaldi dorme in autobus.

Max Marmotta