
A cavallo della tigre
- Carlo Mazzacurati
- Fabrizio Bentivoglio, Paola Cortellesi, Rafik Boubker, Tuncel Kurtiz
- Amazon Prime, Commedia, Da Riscoprire, Drammatico
- Italia
- 8 November 2002
Trama
In seguito ad una rapina organizzata con l’amante Antonella, soubrette televisiva con figlioletta (Nina), nel periodo natalizio del ’99, il quarantenne fallito Guido, guardia giurata infelicemente sposata, finisce in carcere.
Non fa il nome della sua complice, che è riuscita a tenersi il bottino, e cerca di rigare dritto per l’anno e mezzo di detenzione che deve scontare.
Proprio pochi giorni prima della scarcerazione, resta coinvolto nell’ardito piano d’evasione del turco Fatih e del marocchino Hamid.
Guido vorrebbe sottrarsi, ma i maneschi e indesiderati compagni di cella lo costringono a fuggire con loro, per poi abbandonarlo al suo destino.
L’uomo rimane tuttavia con Fatih, e tra i due, durante il lungo cammino (a piedi) per raggiungere Antonella, si instaura una sorta di amicizia.
Recensione
Sono abbastanza, forse troppi i punti di contatto con il cinema italiano minimalista spruzzato di commedia degli ultimi dodici anni (Soldini, Salvatores, lo stesso Mazzacurati, ovvero la fuga come unica possibilità di sottrarsi al quotidiano), benché la fonte di ispirazione sia una pellicola del 1961 che porta lo stesso nome (protagonista Nino Manfredi), della quale è conservato soltanto qualche spunto.
Lo stesso Bentivoglio, attore di gran classe, non a caso ha spesso lavorato con gli autori succitati, e il suo ruolo specializzato in batoste di ogni tipo ricorda abbastanza quelli di Un’anima divisa in due (per l’avvio) e de La lingua del santo, precedente fatica del regista padovano (e del resto ci sono Citran, Messeri, Paolini…).
Se Fatih e Hamid (i validi Kurtiz e Rafik) non fossero troppo italianizzati nei modi e nel linguaggio (dato un po’ straniante), lo sguardo imbronciato sui perdenti, anche immigrati, di casa nostra sarebbe ulteriormente centrato.
Insomma, un’opera certamente non nuova (ritorna pure Fossati al pentagramma), difettosa, ma quantomeno non sgradevole, confezionata con professionismo e senso della narrazione.