
Il popolo migratore
- Jacques Cluzaud, Jacques Perrin, Michel Debats
- Jacques Perrin, Philippe Labro
- Cult Movie, Documentario
- Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera
- 12 December 2001
Trama
Con l’avvicinarsi della bella stagione oche, gru, cigni, cicogne, pellicani e molte altre specie di uccelli si preparano a migrare verso le zone fredde del pianeta, dove sono nati e si riprodurranno.
Le distanze coperte dagli stormi (ma anche dal singolo individuo) variano dai 1.000 ai 20.000 Km. Viceversa, in inverno li aspetta il lungo viaggio di ritorno, attraverso fatiche e intemperie.
Recensione
Dopo un’onorevole –e perdurante– carriera d’attore nel corso della quale ha lavorato con registi del calibro di Costa-Gavras (Z – L’orgia del potere), Valerio Zurlini (Il deserto dei tartari) e Giuseppe Tornatore (Nuovo Cinema Paradiso), Jacques Perrin si è interessato al mondo faunistico, prima producendo Microcosmos – Il popolo dell’erba, dedicato agli insetti, adesso dirigendo e finanziando questo omaggio agli uccelli (non solo ai volatili, ci sono anche i pinguini), costato, com’è comprensibile, 4 anni di riprese.
Gli aggraziati protagonisti alati, filmati spesso grazie all’impiego di deltaplani, provengono da tutti i continenti e non temono, in qualche caso, di planare da un polo all’altro, se l’istinto glielo impone, con il sole e le stelle a fare da punti di riferimento.
Voli che attraversano deserti, campi, metropoli, che radono vaste distese d’acqua, fluviali, marine o oceaniche, senza incresparle, danze nell’aria, lotte terrestri commentate quasi unicamente dalle musiche di Bruno Coulais (in effetti, la voce narrante, in originale dello stesso Perrin, che interviene ogni tanto poteva essere sostituita da appropriate didascalie).
Guest stars di questa bellissima avventura che si svolge nel massimo rispetto degli animali sono pappagalli (in loco), cavalli, foche, per tacere di famelici granchi e cacciatori (gli episodi più tristi, purtroppo inclusi nella selezione –quasi– naturale) e di un paio di socievoli umani, un’anziana contadina e un bimbo che rende riconoscibile un’oca tramite un nastro.