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Trama

In un paesino dell’Abruzzo la sede di una multinazionale degli pneumatici, la Car Air, dà lavoro alla maggior parte della manovalanza.

Un giorno, però, i dirigenti americani decidono di chiudere la fabbrica, le cui esalazioni, tra l’altro, sono comprovatamente tossiche per gli addetti.

Ovviamente si scatena un putiferio, guidato prevalentemente da tre operai: Antonio, amante delle escursioni domenicali in cerca di un fantomatico orso, costretto a vedere di rado la sua Nina, un tempo impiegata nella stessa ditta e ora, per scelta, trasferitasi a Milano; l’irascibile Mario, giovane ma già con moglie, Manuela, e due pargoli a carico, ulteriormente preoccupato da un mutuo per la nuova casa; Salvatore, sindacalista, molta esperienza alle spalle e una consorte, Maddalena, e un figlio, il ribelle Giannino, con i quali ha spesso da discutere.

Alla guida dei colleghi, il piccolo gruppo, mentre si preparano i festeggiamenti per la patrona, Santa Gemma, organizza la protesta, l’occupazione, gli incatenamenti, le trasferte e l’informazione dell’opinione pubblica, persino attraverso un sito internet.

Ma il futuro resta incerto; così Mario, con la complicità di Manuela e Maddalena, si specializza parallelamente (e quasi per combinazione) nella produzione e vendita dei caratteristici gnocchetti locali.

Recensione

Già aveva diretto Silvio Orlando, stavolta insolitamente rabbioso, in Auguri professore! e Flavio Pistilli ne La guerra degli Antò: adesso Riccardo Milani sigla sicuramente la sua opera migliore, affrontando con serietà e qualche dovuta venatura da commedia (come sa fare senza eguali Loach) il malessere operaio, tornato prepotentemente sulle prime pagine dei quotidiani con la crisi della Fiat.

Gli autori della sceneggiatura, riferendosi a una situazione analoga avvenuta nel 1999 proprio in Abruzzo, ci parlano di una vicenda forse prevedibile e magari, a tratti, attraversata da una retorica che comunque serve, però ricca di dignità, dove la lotta, comunque vada, è più importante della malattia; e non è un caso che i tre protagonisti, appartenenti a generazioni diverse e caratterizzati da personalità distinte, malgrado i continui litigi, le delusioni imprenditoriali, le puntualizzazioni sindacali, si ritrovino sempre uniti nel difendere il loro lavoro.

Cast (di volti perfetti) in stato di grazia, con Michele Placido che primeggia: il suo Salvatore appare acciaccato da anni di fatica, rinunce e amarezze, aspro con il prossimo e pronto ad intessere le lodi di Toro Seduto; in effetti, è alla spiritualità dei pellerossa che fa riferimento il titolo, benché il “posto” possa essere inteso come l’impiego detestato ma necessario, al quale il lavoratore sacrifica persino l’anima.

Max Marmotta