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Trama

Champion è un ragazzino orfano, solitario e malinconico. La preoccupata nonna, la portoghese Madame Souza, cerca di scovare i suoi interessi: da principio gli regala un cucciolo, che prenderà il nome di Bruno; quindi, trovata una collezione di foto sportive, gli dona una graditissima bicicletta.

Passano gli anni e il giovane, ormai cresciuto e smagrito (al contrario del suo cane), si allena con ostinazione tutte le sere.

L’affettuosa Souza coordina i suoi esercizi e risolve ogni sorta di inconveniente tecnico, preparandolo in questo modo a partecipare al Tour de France.

Ma durante una pestifera salita della celebre gara ciclistica, Champion e altri due stremati atleti vengono rapiti da una coppia di loschi figuri, che li porta addirittura a Belleville, in Canada, e li sfrutta per le scommesse clandestine.

Souza e Bruno partono al salvataggio. Giunti nella città nordamericana si imbattono in tre energiche vecchiette, un tempo star della canzone, che non mancheranno di aiutarli.

Recensione

Se c’è un appunto da muovere a questa spassosa co-produzione franco-canadese, abitata da personaggi caricaturali e esasperati in magrezza e obesità, pertinacemente votata ad omaggiare la comicità dei film muti e di Jacques Tati (citato con una sequenza del suo Giorno di festa), oltre che il mondo del ciclismo (il protagonista non rappresenta Coppi, inquadrato d’altronde da una foto, però lo ricorda), è l’avaro spazio concesso alle performance, jazz e non, delle Triplettes del titolo, ovvero il trio di arzille vegliarde che ritroviamo, dopo un’introduzione “giovanile”, nella parte transoceanica.

Il livello tecnico è buono, specialmente per quanto riguarda i colori, e fa passare in secondo piano, soprattutto in chi ama una maggiore sobrietà estetica nel cinema per bambini (benché questo non lo sia a pieno a titolo), il tratto iperbolico dei caratteri, praticamente sine nomine.

Per rimanere nell’ambito dell’animazione, il fantasioso regista Chomet per la sequenza iniziale si è probabilmente ispirato a uno short disneyano, Mickey’s Gala Premiere del ’33, e ad altri cartoon similari d’epoca realizzati da altre factory.

Insomma, un’operina gustosa, intelligente e intellettuale.

Max Marmotta