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Trama

Nel 1951 a New York viene celebrato un processo contro un folto gruppo di italo-americani, accusati di essere mafiosi.

Non potendo però dimostrare l’esistenza dell’organizzazione criminale, la Corte bolla oltre cinquecento presunti gangster come “indesiderabili”, sentenziandone l’allontanamento dal suolo statunitense.

Centoventi di essi vengono subito caricati su una nave diretta a Genova e, all’arrivo, trovano l’accoglienza di fotografi e giornalisti, fra cui Giancarlo Fusco, inviato de “Il Secolo XIX”.

Tra la folla degli espulsi, il reporter riconosce un suo vecchio compagno di liceo, l’anarchico Ezio Taddei e, incuriosito, decide di svolgere un’inchiesta approfondita.

Il punto di partenza è una valigia colma di foto e documenti vendutagli da Frank Frigenti che, insieme a Lily Valentino, Lu Grisanti, Saver Li Fonzi e Tony Bendando, lavorava per un potente boss.

Recensione

Vantando un budget più cospicuo che in passato, nonchè un buon soggetto basato sull’inchiesta romanzata del giornalista Giancarlo Fusco, il “cantastorie” Pasquale Scimeca torna dopo i consensi raccolti tre anni fa con Placido Rizzotto.

Un nuovo film che conferma il suo modo di intendere il cinema: massima attenzione per i particolari della trama, che si produce in riprese frettolose e nel quasi totale abbandono degli interpreti i quali, dimostrandosi autentici professionisti –risorsa utilizzata solo di recente dall’autore–, riescono comunque a rimanere a galla; soprattutto il bravo Marcello Mazzarella (Lily Valentino).

A loro si deve infatti la concretezza di questo racconto umano, senza ombra di giudizio, di diverse esistenze disoneste.

E le fredde luci di Pasquale Mari contribuiscono a costruire quell’atmosfera miserevole che fornisce una sorta di attenuante per le scelte dei protagonisti: la criminalità come unico mezzo per realizzare il sogno americano.

Peccato che la mano pesante del regista, fin troppo vincolata ai territori del b-movie, impedisca la necessaria fluidità narrativa.

Sax Marmotta