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Recensione

Le premesse erano fallimentari: ad appena un anno di distanza dallo sconsolante Tre metri sopra il cielo Luca Lucini sottoponeva al giudizio del pubblico il suo secondo lungometraggio, L’uomo perfetto, con il medesimo, monotono interprete, Riccardo Scamarcio.

Eppure, è andata bene, merito di un soggetto risolutamente più brillante (per quanto non sia difficile individuare delle smagliature nella sceneggiatura), di una recitazione, anche da parte del protagonista (gli altri si erano già segnalati in precedenza), di livello decisamente superiore, di un montaggio vivace.

Dopo tantissimi anni vissuti all’ombra dell’amica più carina Maria (Pession), prossima alle nozze con Paolo (Morelli) la pubblicitaria Lucia (la Inaudi di Dopo mezzanotte), infatuata già da tempo del futuro marito della comare, prova ad inserire un granello di sabbia nell’ingranaggio matrimoniale.

Così scrittura l’attore disoccupato Antonio per sedurre l’affaccendata quasi-sposina, istruendolo su gusti, portamento, condotta.

Un esperimento praticamente umanistico, che quando, come ci si attende, sfugge al controllo, crea alcune godibili situazioni, che prevalgono sui difetti.

Max Marmotta