
Hostel: Part II
- Eli Roth
- Bijou Phillips, Heather Matarazzo, Lauren German, Roger Bart
- Horror
- Repubblica Ceca, Stati Uniti
- 8 June 2007
Recensione
La violenza è irragionevole e cova in ogni individuo. È il motivo principale per cui questo dittico di Hostel disturba particolarmente, in un panorama in cui il genere horror, specialmente dopo Scream, sembra avere ormai ben poco da dire: torture e supplizi vari qui sono minuziosamente pianificati e venduti a ricconi perversi, annoiati e frustrati, pronti ad uccidere lentamente pur di sedare le loro più recondite insoddisfazioni.
È un punto d’arrivo, discutibile ma stranamente logico; una crudele radiografia del decadimento umano e delle vette involutive che potrebbe raggiungere (se non succede già, in qualche sito clandestino).
Così, se nel lacunoso ma non per questo deprecabile Hostel scoprivamo, a scapito di tre malcapitati turisti, l’esistenza di questi luoghi di sofferenze inenarrabili situati nell’Europa dell’Est, stavolta il “nipote” di Tarantino (che continua a produrre) Roth, liberatosi nel prologo dell’unico superstite del primo capitolo, narra le tragiche vicissitudini di tre studentesse d’arte di stanza a Roma, Beth, Whitney e la sgraziata Lorna (protagonista della sequenza più feroce, non a caso rappresentata dal manifesto), le quali finiscono in guai mortali per seguire in Slovacchia in un week-end vacanziero la modella Axelle.
Sorvolando sulle premesse, il film tenta un’illuminante (nel contesto grandguignolesco, atto a dissuadere i deboli di cuore) indagine psicologica attraverso le figure dei fratelli Todd e Stuart, neo-“clienti” del cruento business.
L’insieme non è niente di speciale, precisiamo, ma le basi per un’alquanto tortuosa analisi sociale (vedi i veloci passaggi dell’asta telematica) sono gettate, meglio che nell’originale (a questo punto, da riconsiderare leggermente).
L’importante è che non diventi una serie. Veloci apparizioni della Fenech e del regista Ruggero Deodato.