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Trama

All’indomani della Seconda Guerra Mondiale, le facoltà scientifiche americane cominciano a guardare con occhio diverso al ruolo dei matematici, meritevoli di avere contribuito alla sconfitta del nazismo e fondamentali per combattere il comunismo.

L’università di Princeton ospita, tra gli altri, il promettente John Nash che, ossessionato dal desiderio di diventare qualcuno, impiega molto tempo ad elaborare una teoria originale e rivoluzionaria, la quale gli apre le porte di altri prestigiosi istituti.

Lo contatta anche William Parcher, agente del Dipartimento della Difesa, convincendolo a decodificare segretamente per il governo le comunicazioni del nemico.

Il forte stress derivante da tanto super-lavoro preoccupa parecchio la moglie di John, Alicia, e causa addirittura il ricovero dell’uomo per sospetta schizofrenia.

Recensione

Ron Howard non è di certo un autore, ma nessun altro suo film è mai stato così impeccabile e pregno di significati.

Se buona parte del merito va alla splendida fotografia di Roger Deakins (collaboratore fisso dei fratelli Coen) e all’accattivante commento musicale di Horner, cantato dalla giovanissima Charlotte Church, l’apporto fondamentale alla riuscita dell’opera viene allora dato dalla rigorosa e passionale interpretazione di Russell Crowe (John).

Perfettamente calibrato anche durante i picchi massimi di drammatizzazione (il film è tratto da una biografia), l’attore neozelandese costruisce un meraviglioso personaggio, combattuto tra il suo indiscutibile genio e la sua patologia creatrice di visioni, in qualche caso atte a personificare le paure americane tipiche degli anni Cinquanta: la Guerra Fredda, il comunismo e il terrore nucleare.

Si segnalano con ottime prestazioni il solito Ed Harris (Parcher), l’emergente Paul Bettany (Gangster n°1, Il destino di un cavaliere, qui Charles) e la ritrovata Jennifer Connelly (Alicia Nash).

Sax Marmotta