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Trama

Per evitare di essere ucciso dagli strozzini cubani Bobby e Tony, lo scrittore Alex Sheldon deve consegnare in 30 giorni un nuovo libro al suo editore, altrimenti per nulla disposto a dargli un nuovo anticipo (il primo, di 75.000 $, è stato dilapidato al cinodromo). Quest’ultimo gli consiglia di sviluppare intorno ai suoi guai personali lo spunto su cui si arrovella da un anno.

Dato che i malviventi gli hanno pure bruciato il computer, il giovane deve ricorrere a una stenografa, Emma Dinsmore, reclutata tramite agenzia sotto mentite spoglie.

Dapprima la ragazza, capendo subito che non ha di fronte un vero avvocato, rifiuta l’incarico; poi, compreso il dramma di Alex, accetta la sfida, trascrivendo ogni sera gli appunti di ciascun incontro.

Il romanzo parla di Adam Shipley, avventuriero ospite dell’isola di St. Charles che si innamora, nel 1924, della vedova con figli Polina Delacroix, costretta dai debiti a sposare l’infido John Shaw.

Il metodo di Alex prevede che i personaggi, una volta delineati, gli ispirino la storia, ma Emma si intromette di continuo con le sue osservazioni.

Recensione

Rob Reiner sta invecchiando: infatti il suo ultimo lavoro, in fondo, ragiona, seppur con leggerezza, sull’ineluttabilità di certi incontri, sul fatto che a volte i rapporti interpersonali sono già scritti (anche fuor di metafora letteraria), a prescindere dal percorso più o meno tortuoso che li determina.

È un discorso, rafforzato dagli insopprimibili autobiografismi di Alex, che sembra proseguire idealmente quello di Harry, ti presento Sally…, ma la presenza combinata di godibili elementi surreali, simili a quelli che popolavano Genitori cercasi, la pellicola più sfortunata di Reiner, denota la rinnovata vivacità creativa del regista, speriamo ormai definitivamente lontano da film irrisolti quali Storia di noi due.

La sceneggiatura del regista di Don Juan De Marco – Maestro d’amore, Jeremy Leven, che attinge da “Il giocatore” di Dostoevskij (più che altro, dalla sua genesi), accusa qualche falla: degli ostacoli (la perdita di alcune pagine stenografate o la copiatura fulminea e la lettura lampo del libro da parte dell’editore, interpretato dallo stesso Reiner) sono aggirati troppo in fretta e il finale, come spesso accade in prodotti del genere, trascura lo stile brillante pazientemente assestato a completo beneficio del côté romantico.

Tuttavia, l’incrocio tra due epoche funziona e gli attori (che danno vita pure al romanzo) ricordano i divi da commedia d’un tempo: Wilson è misuratamente sornione, mentre i cinque ruoli della Hudson testimoniano la sua trasformistica versatilità.

Max Marmotta