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Recensione

Per fortuna ci sono ancora film in grado di rievocare un cinema classico (di cui potrebbe perdersi lo stampo), a costo di chiedere allo spettatore – in tempi di realismo estremo – di esercitare, in qualche passaggio, quella sospensione dell’incredulità che oggi si sta disperdendo ma che da sempre contribuisce all’emozione cinematografica.

In questi giorni di opere di tale risma in circolazione ce ne sono ben due (che peraltro hanno rischiato di non arrivare sui nostri schermi), entrambe non a caso popolate di attori provvisti di residuo buon gusto (e ce n’è perfino uno in comune, l’inossidabile Sam Shepard): Il fuoco della vendetta – Out of the Furnace di Scott Cooper e questo Mud, che prende il nome dal suo protagonista, un bizzarro fuggiasco (Matthew McConaughey, ormai diventato una garanzia) riparato su un’isola, dove, con l’aiuto di due ragazzini incuriositi (Tye Sheridan e Jacob Lofland), cerca di rimettere in sesto una barca e riprendersi la sua – poco affidabile – bella (Reese Witherspoon).

Una vicenda di crescita su sfondo sociale disastrato e una caccia all’uomo con contorno sentimentale che singolarmente, magari, non direbbero nulla di nuovo, ma che insieme funzionano a meraviglia, veicolate dagli incontri e dagli obblighi di discernimento ai quali sono condotti gli adolescenti.

Il risultato è un noir armonico che omaggia le tradizioni, per di più ben girato. Tutto merito di Jeff Nichols, anche autore di una sceneggiatura capace di far rispecchiare i personaggi adulti nei due giovani “esploratori”.

Max Marmotta